martedì 30 marzo 2010

Imparare, crescere e comprendere

Imparare, crescere e comprendere, questo è il titolo oggi. Con il passare del tempo si impara con il passare del tempo si cresce, a livello interiore e si acquisiscono informazioni tali da comprendere delle realtà. Ma quanto è cambiato il mondo delle arti marziali in appena 50 anni? Sono giovane, forse troppo per esprimermi in merito ma riconosco alcune cose. Una su tutti, il business. Business significa denaro, e tutto ciò è presente nel mondo marziale moderno. Parlando con "colleghi" ci rendiamo sempre più conto di come adesso sia il denaro a mandare avanti questo mondo, il mondo di discipline che lasciano sempre più la filosofia per la sportività. Perchè abbandonare la Via? Per fama? Cosa cercano tutte quelle persone che fanno del combattimento la propria vita? Prima era l'arte marziale, l'insieme di tutto a fare la vita, non una parte della disciplina.

La mia mentalità sta nel mezzo della nuova e della vecchia. Gli anziani sono soliti dire che la competizione indebolisce, i giovani ricercano il confronto per dimostrare di essere più forti. Il mio pensiero è a metà, la mia voglia di competere non proviene dalla voglia di vincere, ma dalla voglia di imparare e mettermi alla prova sotto il profilo tecnico-psicologico. Una gara non è come un semplice allenamento, la tensione si alza e lo stress prende il sopravvento, situazione complementare a quella di una possibile aggressione reale, dove la lucidità lascia il posto alla paura e a volte al panico. E in tutti e due i casi bisogna combattere. Il gareggiare quindi può essere uno stimolo al controllo emotivo, cercare la calma in momenti di agitazione, allena la mente e il corpo a rendere indifferente lo spirito e applicare le conoscenze in maniera corretta. Ma ci sono persone che agoniano il ring o il tatami solo per fare a botte, per la voglia di affrontare qualcuno, e questo va contro i principi delle arti marziali.

Funakoshi diceva :- Non si deve pensare a vincere ma pensare a come non perdere. Concetto secondo me meraviglioso. Ritornando al discorso iniziale, rimane il fatto che troppe scuole moderne non sono fondate appunto su veri principi morali, ma solo sul fatto se l'allievo è in grado o no di pagare la retta. I maestri si allontanano sempre di più dai concetti basilari della disciplina, sia tecnici che morali, trasmettendo quindi concetti sbagliati alle generazioni successive, che faranno poi lo stesso. Questa è la conseguenza di una globalizzazione sportiva che ha voluto tramandare le socializzazioni competitive piuttosto che quelle di apprendimento. Dovremmo un po' tutti aprire gli occhi e domandarci se è per questo che sono nate le arti marziali, e se stiamo seguendo la giusta via. Dobbiamo essere consapevoli di ciò che facciamo e guardare indietro piuttosto che avanti, avere in testa il conctto che c'è sempre qualcosa da imparare e ritornare alle origini evitando questa involuzione marziale. I maestri del passato ci guardano da lassu e noi dobbiamo onorarli facendo nostri i principi per i quali hanno dedicato la vita.