giovedì 9 giugno 2011

Il BuDo e la Morte

I Samurai sono in un certo qual modo i nostri precursori, in senso temporale e in senso marziale e seppure alcuni di noi non hanno legami culturali diretti con il Giappone sono un esempio che da praticanti di discipline giapponesi non possiamo ignorare. Essi come maestri del Budo e come praticanti del Bushido dettero una semplice spigazione al tutto.

:- Ho scoperto che la Via del Samurai è la morte (...) L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata. Quando un Samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.

Queste frasi hanno un significato molto profondo nel budo ne assumono uno primario. Sappiamo che indipendentemente dall'arte impariamo anche il concetto di combattimento. E ponendo la nostra attenzione su ciò che facciamo possiamo capire che se noi accettiamo di studiare determinate pratiche allora noi entriamo in una condizione di accettazione della morte e della vita come unità di passaggio. Lo sportivo non può apprezzare questo, il budoka deve farlo dal primo giorno di pratica. Non è una condizione vivibile sin dal primo giorno ma il risultato della somma di una pratica continua. Non si può sperare di accettare questa realtà in poco tempo ma se ci convinciamo piano piano di ciò la nostra mente sarà libera e vivrà ogni esperienza con leggerezza e naturalezza, qui e ora, solo per quello che è il momento che stiamo vivendo. Non c'è passato e non c'è futuro quando si accetta ciò c'è solo la necessità di vivere il presente degustando ogni istante.
Tutto questo non significa desiderare di morire, ma solo aprire gli occhi e capire ciò che cos'è in realtà lo stato di vita e di morte e apprezzarle allo stesso modo come parte della nostra esistenza, senza cercare ne allontanare.

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